sabato 20 febbraio 2016

La gelosia impossibile

Nella mia pratica quotidiana mi capita spesso di incontrare persone che soffrono per amore, per gelosia, per paura dell'abbandono. Ultimamente due storie di grande sofferenza (una figlia e una madre; una giovane donna e suo marito) hanno stimolato in me le riflessioni che seguono quando gli attaccamenti  affettivi generano pretese tiranniche e trappole emotive.





In due saggi molto profondi e pregnanti , Aldo Carotenuto indaga il sentimento dell'amore mettendo al centro della vita amorosa il “tradimento”. Il tradimento infatti è dal punto di vista psicologico considerato una esperienza fondamentale per lo sviluppo e l'evoluzione fin dai primi anni , o addirittura fin dal nostro primo apparire. E' nella perdita della dimensione fusionale dalla quale siamo gettati fuori con la nascita che ogni individuo sperimenta la privazione di qualcosa che avrebbe desiderato in eterno , e per questo riedificato e reimmaginato ogni qualvolta il legame con l'Altro sembra potere ricomporre questa originaria frattura. Ma è proprio in questi casi che l'illusione di potere ricreare la simbiosi espone ancor di più alla minaccia del tradimento, del fallimento, della delusione. Scrive Gibran ne Il Profeta

Amatevi l’un l’altro, ma non fatene una prigione d’amore:
Piuttosto vi sia un moto di mare tra le sponde delle vostre anime.
Riempitevi l’un l’altro le coppe, ma non bevete da un’unica coppa.
Datevi sostentamento reciproco, ma non mangiate dello stesso pane.
Cantate e danzate insieme e state allegri, ma ognuno di voi sia solo,
Come sole sono le corde del liuto, benché vibrino di musica uguale.
Donatevi il cuore, ma l’uno non sia di rifugio all’altro,
Poiché solo la mano della vita può contenere i vostri cuori.
E siate uniti, ma non troppo vicini;
Le colonne del tempio si ergono distanti,
E la quercia e il cipresso non crescono l’una all’ombra dell’altro

Un amore che si rinchiude su sé stesso , annullando il rapporto con la propria individualità e con l'ambiente che lo circonda esaspera il rischio di idealizzare l'altro allontanandosi dalla realtà, perseguendo un rapporto narcisistico in funzione dei propri bisogni di stabilità, senza accogliere la dimensione della distanza e della separazione.
La gelosia allora diventa lo strumento per trattenere, spiare, controllare, evitare che l' amato/a possa rivolgere altrove il proprio sguardo, alimentando il sospetto dell'infedeltà fino a farne certezza, fino alla ossessione, fino al delirio. La gelosia ossessiva poggia sul timore della perdita e dell'abbandono, alimentando una sfiducia non solo nei confronti del compagno/a ma anche , e soprattutto, di sé stessi. Il terrore che questi possa scegliere o innamorarsi di qualcun altro è connesso alla propria insicurezza, ad una scarsa autostima, spesso alla sensazione di inadeguatezza. Il vero tradimento di cui si soffre nella condizione di gelosia è la rottura delle dimensione di assoluta fusione che ogni amante vorrebbe perpetuare per sempre escludendo il mondo circostante , proiettando su quest'ultimo fantasie di annientamento, minacce di esclusione, che finiscono per deteriorare il rapporto e talora conducono al tradimento vero e proprio.
La vita all'esterno, il lavoro, gli amici, i figli sono vissuti come amanti immaginari, che riducono il tempo che una coppia ha a disposizione, che interferiscono, deprivano, sottraggono, in una spirale di idee persecutorie , di aspettative deluse, di intollerabili fallimenti. Ma ciò che veramente accade è il lutto per la perdita di quella fantasia di onnipotenza e di assolutismo che la realtà tradisce quotidianamente e che riporta alla precarietà, all' imprevedibilià del vivere. Il geloso non tollera il pensiero, la memoria, l'immaginazione che l'amato abbia una vita al di fuori del proprio controllo. Come dice R.Barthes in Frammenti di un discorso amoroso “L’altro è dunque annullato dall’amore, assorbito nella magnificenza e nell'astrazione del sentimento amoroso”, ma in realtà viene svilito, svuotato della propria individualità, ridotto ad oggetto di un desiderio morboso e distruttivo.
Citando ancora A. CarotenutoQuando si proietta sull’altro, simbioticamente, il proprio mondo interno, ci si aspetta che egli si comporti esattamente come noi: l’altro non esiste in quanto persona autonoma, perché è totalmente investito dalla nostra volontà di farlo esistere nella forma di una nostra propaggine”.
Ciò non accade solo tra uomo e donna, ma anche tra genitori e figli, tra madri divoratrici e padri padroni, in tutti quei rapporti dove il possesso non è solo riferito ai comportamenti, ma anche alla mente e ai pensieri dell'altro, giustificando con l'amore la manipolazione , l'intrusione, l' invasione, perchè dell'altro non si tollera la sua alterità. E dall'altra parte, chi subisce questa ossessività perchè in posizione più fragile, finisce per assoggettarsi ai ricatti, agli interrogatori intrusivi,  alle mortificazioni,  rendendo la propria vita impossibile .
Ma impossibile è solo la gelosia fondata sul lutto inconsolabile della perdita della fiducia di base, della sicurezza interna interamente proiettata sull’Altro, senza il quale si crede di non potere più esistere, nè essere felice.



A. Carotenuto , Eros e Pathos  Ed Bonpiani
A. Carotenuto, Amare , Tradire Ed Bonpiani
Gibran, Il Profeta  Sul matrimonio
R.Barthes Frammenti di un discorso amoroso Ed. Einaudi