La mia recensione

Ci sono questioni
sulle quali è meglio serbare un sospetto non troppo tormentoso,
sopportabile, piuttosto che perseguire una certezza deludente o
ingrata, che può metterci nelle condizioni di vivere e di
raccontarci qualcosa di diverso da quello che abbiamo vissuto fin dal
principio..
J.Marìas
pag.115
La verità, la menzogna,
la difficile e complessa distinzione tra ciò che è vero o reale nel
passaggio tra il passato e il presente, tra azione e pensiero è la
tematica centrale dell'opera di Javier Marias. In particolare egli si sofferma ad analizzare quanto
la nostra vita sia influenzata e determinata da ciò che si sa o ciò
che non si sa, dalla conoscenza di quel qualcosa che, nel momento in
cui ci raggiunge, trasforma irrevocabilmente la nostra visione delle
cose, sempre, e in modo irreparabile. Anche
una rivelazione tardiva può capovolgere il mondo nel quale si è
creduto di abitare. Può distruggerlo, senza che sia possibile
tornare a quel che era prima. Come accade nell'ultimo affascinante
“E così ha inizio il male”. Un
opera che scandaglia non solo l' enigmatico ed inquietante rapporto
di coppia tra un regista e la sua donna, ma anche tutto ciò che vi
sta intorno, i dubbi, le reazioni, i sospetti che attraversano i
rapporti di amicizia, le relazioni sociali, nel contesto ancor più
ampio , culturale e politico, nel quale la vicenda è calata. Così
Beatriz , durante un litigio nel quale perde le staffe,
butta lì la prova del segreto che aveva conservato dentro di sè fino a quel momento stravolgendo per sempre tutta la sua
vita coniugale e sentimentale, senza mai più poter tornare indietro,
nè avere quello che aveva prima, ma solo subire le incalcolate
conseguenze della sua rivelazione.
“Non sempre sappiamo
valutare le nostre forze - riflette
Marìas - il
danno che facciamo con la lingua ci sembra più lieve di quello che
potremmo arrecare con le mani, e non è cosi.”
Ma
l'opera non è certo solo il racconto di un inganno, né di un
tradimento, ma della drammatica confusione che regna tra i sentimenti
umani, nella congerie di contraddizioni e di ambiguità che li
attraversano, indagandone ogni risvolto, ogni imprevisto smottamento,
fino all'ultima delle sue 451 pagine che il lettore potrà
abbandonare solo dopo averne letto l'ultima riga, in un susseguirsi di discese e risalite alla ricerca di una verità continuamente sfuggente e del senso che possa renderla sopportabile.