venerdì 10 febbraio 2012

Amicizia Erotica

Questo è un vecchio lavoro presentato il 23 Maggio 2008 a Catania nel contesto del ciclo di Seminari “ L’amicizia e i suoi turbamenti” dell’Associazione Culturale Crocevia .
Essendo il tema  sempre attuale ho pensato di inserirlo qui.   Il seminario era a due voci. L'altra voce era quella dell'amico artista Vitaldo Conte. 

Per le mie riflessioni partirò -come spesso mi accade-  dal titolo, da una suggestione che Vitaldo mi ha dato al momento  di deciderlo: Amicizia Erotica non è Amicizia erotica, nel senso che l’una non è  aggettivo dell’altra. Qui Erotica è un sostantivo al pari di Amicizia, sostanzialmente due sostantivi vicini che “sostanziano” due diversi mondi : quello dell’Amicizia e quello dell’Eros. La prima domanda che nasce nella mia mente è: possono stare insieme questi due mondi,  possono congiungersi o  reciprocamente penetrarsi ? Ma……, possono penetrarsi?
Da questi interrogativi mi sono mossa in cerca di una possibilità di convivenza, partendo non solo dalla mia esperienza personale, ma da storie note di simili intrecci: Saffo, ad esempio, per rifarci all’antichità. O Lou Andreàs Salomè, per andare con un bel salto tra la fine dell’ottocento e il primo  novecento, per  concludere con la storia a noi più vicina di Anais Nin. Storie di tre donne, di tre grandi donne della poesia e della letteratura, che di questa convivenza hanno fatto la loro vita e la loro arte e che, avendole io stessa amichevolmente amate da sempre,  mi si sono affacciate spontaneamente alla mente mentre lavoravo su questo argomento. E’ evidente che la lettura delle esperienze  che sto qui riportando nasce dalla personale visione che attraverso lo studio e il contatto con esse ne ho riportato.  Da queste donne infatti e dalle loro opere ho ricevuti intensi stimoli di natura intellettuale ed erotica che mi hanno sempre accompagnata nel mio sviluppo di donna e nelle mie interazioni con tutti quegli altri –uomini e donne-    di cui sono stata amica e che ho amato.
Immaginando allora, andiamo insieme  nell’isola di Lesbo, dove già molte volte mi sono recata col pensiero e con la fantasia attraverso immagini, raffigurazioni, versi…  

                                  Mi scrolla amore, come vento nell’alpe su roveri piomba

Siamo a Lesbo: il nome da cui origina l’aggettivo lesbico in altro senso rispetto a  lesbio , cioè  abitante dell’omonima isola. A noi è pervenuto nell’altro significato,  tratto dalle vicende che da Lesbo si racconta accadessero: atteggiamento amoroso tra donne. E, in effetti, l’atteggiamento laggiù doveva essere molto amoroso. Nell’isola Saffo iniziava alla vita le fanciulle in età da marito, l’eros era quindi coltivato come spinta alla conoscenza  delle proprie possibilità femminili, e non solo del canto e della musica che  lì si studiavano, ma come arte della seduzione, del contatto con il proprio corpo e con la propria natura femminile.
Saffo era una donna sposata e aveva una figlia.  Era una donna genitale per dirla con Freud. Aveva conosciuto l’amore verso il maschio, per il diverso da sé.  Nella natura dell’amore era immersa e ne cantava i turbamenti, così come le dolcezze  provenienti sia dalla natura circostante, sia dalla intimità e amicizia insite nel suo compito di insegnamento. Nel tiaso saffico si onorava Venere, dea della bellezza e del piacere, si adorava la natura circostante in modo panico,  si nutriva la cura dei sensi: era in uso che le fanciulle della ricca borghesia imparassero l’arte erotica prima di congiungersi in matrimonio, in una sorta di training necessario  forse per evitare catastrofi come quelle descritte  nel recente Chesil Beach da Ian Macwan. L’Eros e l’atteggiamento erotico facevano parte della natura, aveva un carattere di sacralità, era il motore primo degli eventi umani. Il riconoscimento della  presenza del Dio  non era determinato da giudizi o pregiudizi.  La sessualità non era rigidamente separata in etero o omo, né in sacro o profano.  L’espressione delle emozioni, la potenza dei sensi ,  la tirannia degli impulsi che  nascono  dalle relazioni e nelle relazioni  non sono condizionate da differenziazioni di ordine moralistico o sociale.  Pure  nell’amicizia  quindi l’attrazione erotica  feconda possibilità, germina esperienza, così come crea turbamento e scompenso, se  non proprio follia.  L’affinità, la comunanza di interessi, l’intesa spirituale è ugualmente  pervasa dal sentimento d’amore, ne è nutrita e contemporaneamente sconvolta:

           Mamma mia dolce, no, non posso tesserla la tela ad opera della delicata Afrodite

Facendo un salto molto lungo, su un vecchio e poco conosciuto saggio intitolato “Riflessioni sul tema dell’amore” del 1900, Lou Andreas Salomè arriva alle stesse considerazioni.
Ecco cosa scrive:

Il rapporto erotico è dunque una forma media tra l’essere singolo come tale…..e l’essere sociale…..;
nella profonda oscura forma primitiva dell’erotismo, queste due tendenze contrarie, che ci dirigono in modo conflittuale, si muovono ancora in una corrente originaria………..Ma da ciò non deve concludersi, come talora si fa, che l’ebbrezza amorosa con il suo condizionamento fisico sia una forma inferiore di rapporto rispetto alla progressiva  fraternizzazione………….

In verità,  continua   l’erotismo è un mondo a sé, proprio come quello del sentimento sociale comunitario o, viceversa, quello dell’individualità egoistica; .percorre tutti gli stadi, dai più primitivi fino ai più complessi, nel suo campo proprio, e dove, nelle vicissitudini della  vita reale , esso  rimane incastrato nei campi dei due altri,  non si trasfigura né si purifica affatto, ma semplicemente abbandona il suo essere più intimo.

Lou Salomé  sembra dire  che l’erotismo, come impulso che nasce tra due esseri che si attraggono, ha un carattere suo proprio che inevitabilmente ha a che fare con il corpo anche quando cerchiamo di ricondurlo ad altre sfere o a “elevarlo” a forme intellettuali o spirituali. Pertanto non si trasforma, non si sublima, ma abbandona il suo campo proprio…cioè il corpo

E ancora :

Come nessun’altro, il sentimento erotico  ci colma l’anima di illusioni e idealizzazioni di carattere spirituale e allo stesso tempo ci riporta brutalmente, inevitabilmente al donatore di tale eccitazioni: il corpo. Non possiamo più ignorarlo, distoglierne l’attenzione: con ogni sguardo aperto sull’erotismo assistiamo per così dire ad uno spettacolo antichissimo e primordiale, a un processo di nascita della categoria psichica dal grande onnicomprensivo corpo  materno della fisicità.   

Abbiamo certo fatto un bel salto tra la visione fusionale di Saffo inserita nel mondo indifferenziato di natura e cultura, e quello più contraddittorio della Salomè del primo novecento che pure nel suo saggio “Sull’Erotismo” del 1910 giunge ad affermare l’assoluta unitarietà tra amore sessuale, creazione artistica ed esperienza religiosa .
Donna inquieta e insofferente alle ipocrisie, intrattiene amicizie con uomini famosi da Freud a Nietzsche, vivendo queste esperienze fino in fondo, mai rigettandone la naturale attrazione erotica che le attraversa.
Il dualismo tra fisico e psichico, tra egoistico e altruistico, rende molto difficile dare una rappresentazione coerente dell’erotismo .Il suo carattere contraddittorio  nasce anche dalla impossibilità a “localizzarlo” come avviene per altre funzioni del corpo. 

Infatti….

È vero che la nostra vita sessuale si è localizzata in un punto preciso…….ma essa, diffondendosi dal suo campo specifico   - a differenza delle altre funzioni - coinvolge tumultuosamente l’intimo della persona tutta, implicando massimamente l’intero suo essere .Opera in modo centrale e ramificato come solo opera l’attività del cervello, questo rampollo molto più giovane, tardivo, tenero nello sviluppo, ma,   a differenza di quest’ultimo,  essa mette in primo piano  e più brutalmente l’apparato fisico. L’erotismo sembra così partecipare con sovrana sicurezza tanto ai vantaggi di una differenziazione estrema……..quanto ai vantaggi di una eccitazione delle energie ancora meno divisa, più unitaria, …..In questa duplice  modalità dell’agire, l’erotismo si afferma così potentemente in noi perché rappresenta quella forza che è nata per prima negli esseri viventi che non solo li ha accompagnati nel loro crescente sviluppo, ma fa sì che essi nascano, sempre di nuovo e fino alla fine del mondo dal grembo originario dell’essere.

La Salomè sembra qui affermare  che in questo radicamento  del sentimento amoroso nel corpo, il dualismo e le contraddizioni che lo contraddistinguono  sono solo apparenti: corpo e anima si esprimono entrambi malgrado tutte le contraddizioni senza  ritegno e ci si impongono, in tutti i nostri impulsi, nella loro effettiva connessione.

……perciò, ogni volta che questa connessione si manifesta, con la forza e la potenza che abbiamo descritto , ogni sorta di attività intellettuale creativa può essere fortemente influenzata, talvolta incrementata, elettrizzata dallo stato erotico  e questo persino in campi che sono , praticamente o astrattamente molto distanti da ogni interesse personale. Possono essere incrementate tutte quelle attività in genere che traggono vantaggio da un’unione stimolante delle diverse forze pulsionali per lo più disperse, poiché questa ci colma di ardore.

Non è molto distante da ciò che accadeva a  Lesbo, a quel circolo di donne che insieme coltivavano la musica e la poesia: quante emozioni si vivevano in quel raffinato sodalizio femminile diretto da Saffo che nella sua missione di insegnamento sentiva spesso l’irruzione di Eros,  avvertendone il turbamento, l’accensione del desiderio !
Tutta la sua poesia traspira di quella qualità che solo il sentimento erotico sa dare  e che diventa  spinta alla pulsione creativa, la permea, la invade e che talora solo la bellezza della natura sembra potere lenire. Ecco come Saffo la descrive:

Mi sembra pari agli dei quell’uomo che siede di fronte a te e vicino ascolta te che dolcemente parli e ridi con un viso che suscita desiderio. Questa visione veramente mi ha turbato il cuore nel petto: appena ti guardo un breve istante, nulla mi è più possibile dire, ma la lingua mi si spezza e subito un fuoco sottile mi corre sotto la pelle e con gli occhi nulla vedo e rombano le orecchie e su me sudore si spande e un tremito mi afferra tutta e sono più verde dell’erba e poco lontana da morte sembro a me stessa.

In questi versi Saffo descrive l’impatto con il desiderio non appagato di possedere l’oggetto del proprio amore. Il tormento di doverlo nascondere, l’impossibilità di ignorare ciò che nel corpo si imprime ed esprime. Tutta la sua poesia traspira di quella qualità che solo il sentimento erotico sa dare  e che diventa  spinta alla pulsione creativa, la permea, la invade di solitudine che talora solo nella  bellezza della natura può trovare conforto.
                                   
                                                E’ tramontata la luna e le Pleiadi;
                                                e la notte è a metà, ed il tempo trapassa
                                                e io riposo in solitudine

Del resto tutti possiamo riconoscerci  in questi versi, tutti abbiamo vissuto questi sconvolgimenti, questo essere preda del desiderio, in situazioni come quella ora descritta in cui non è possibile manifestarlo apertamente: ma non per questo il rapporto di conoscenza debba esserne necessariamente  incrinato o da esso bisogna fuggire. Lou Andreas Salomè, si mantenne in contatto con Nietszsche, ma si rifiutò di sposarlo. All’epoca - aveva solo 21 anni-  la Salomè voleva costruire una piccola comune intellettuale , una specie di “trinità “ filosofica tra lei, il filosofo Paul Reè e l’amico di quest’ultimo Nietzsche. Un progetto di studio e di convivenza fondato sull’amicizia intellettuale ed erotica che tra essi passava, che senza dubbio stimolava la creatività di ognuno: tuttavia non diventò mai la loro amante.  La Salomè era insofferente ai legami , attraverso le relazioni indagava la natura dell’amore , della materia erotica,  come si intitola la sua raccolta  di scritti di psicoanalisi , certamente alimentati anche dalla conoscenza e dalla relazione con Freud. Incontro molto importante per Luise, di cui si sa poco, ma che certamente segnò una svolta nella sua ricerca in direzione di quella  forza segreta che assoggttta l’universo e ne dirige il corso. Libera dalle restrizioni intellettuali e culturali imposte da tempo al suo sesso, amava la compagnia di uomini illustri verso i quali provava attrazione sia di natura intellettuale che fisica e pur avendo sposato nel 1887 Friedrich CarlAndreas , uno studioso di lingue orientali col quale visse per tutta la vita una unione più intellettuale che fisica, un matrimonio bianco,  non si impedì mai altre relazioni  e altre  esperienze di conoscenza.

Andando un po’ più avanti, entriamo nel mondo di Anais Nin. Entriamo nel triangolo amoroso che si generò dall’amicizia  e dalla frequentazione di Henry Miller e sua moglie June.
Anche qui  l’insieme di Eros e Logos si esprime nella sua forza totalizzante e nell’impossibilità di negare o escludere una delle due componenti. Il rapporto è duplice, doppio in ogni senso. Anais ama entrambi, e li ama in modo diverso: in lui ama l’intelligenza, l’oscuro; in lei ama la bellezza, la  ingenuità mentale, la carne. Non può fare a meno né dell’uno né dell’altro. E questo amore è intriso di tormento, di tumulti interiori. La coppia viene lacerata, spezzata, invasa dalla sua presenza. Dalla sua personalità, dal suo intelletto, dalla sua natura sensuale e appassionata. Il triangolo è amoroso in ogni senso. Una ben nota composizione di sentimenti contrastanti, di erotico coinvolgimento, di superamento di ogni limite. Qui amicizia ed erotica  convivono, colludono, precipitano l’uno nell’altro, non hanno argini. Non vogliono averne. La trinità non vuole essere intellettuale, ma vuole affondare nella propria realtà carnale , materiale, spirituale che ridiventa un’unica cosa. E tutto ciò ancora una volta nutre la creatività, stimola la creazione artistica. Come già la Salomè scriveva  la nostra mente mostra, nel pieno offuscamento erotico, forze che prima non possedeva mentre ne perde altre di cui era in possesso.  Anais sceglie la trasgressione, sceglie il non limite, lo supera, lo travolge. Lascia che l’immersione nell’eros coinvolga tutti gli aspetti del suo essere, dal più carnale al più spirituale, non delinea schemi di nessun genere. Si fa teatro dell’esperienza erotica accogliendone tutti gli aspetti, e continuamente li rimette in gioco. Continua il suo matrimonio con Hugo Guiler, un bancario con l’hobby della regia, il suo triangolo amoroso con Henry e June, porta avanti altre relazioni da lei definite minori, intreccia relazione amorosa anche con il suo psicanalista Otto Rank.

Amicizia, terapia, relazioni di varia natura, sono attraversate dalla dimensione erotica alla quale la Nin dà diritto di accesso e di esperienza, talora fino agli estremi, esagerando volutamente e godendo nell’intrecciarla a  tutte le dimensioni dell’esistere.
E’ un ritorno alla immersione libera delle origini descritte e vissute dalla lontana poetessa greca. Qui sono vissute nella seconda metà del novecento poco prima dell’esplosione femminista a cui già la Salomè aveva contribuito. Qui la valenza è del tutto diversa perché è determinata da una consapevolezza estrema, da un atto di volontà intellettuale. E’ l’intreccio perfetto di logos ed eros che si sceglie di vivere in totale libertà.

Sembra che, parlando di queste tre donne, io abbia scelto di discutere il femminile erotico più che l’amicizia erotica!  E’ certo che, essendo io una donna, ho preferito considerare l’argomento dal punto di vista femminile. Ma, in realtà, ho scelto, queste  tre esperienze come testimonianza della scelta possibile di dividere o conciliare il mondo dell’amicizia e il mondo dell’eros a partire dalla convinzione che questi due mondi sono sempre compresenti, in diversa misura e qualità, e che  sempre l’uno interseca l’altro. Personalmente  direi che sia impossibile escludere questo intreccio, ma che lo stesso possa essere trattato in vario modo. Se amicizia infatti presuppone affinità di interessi o condivisione di alcuni principi, così come il fare insieme o il condividere momenti ludici e piacevoli, il sostenersi nei momenti di difficoltà e l’aiutarsi nel momento del bisogno, non ritengo che tutto questo possa avvenire senza il contributo di eros nella sua accezione più ampia e assoluta , forza motrice e aggregante dell’intero universo.

Se questo è il presupposto, la scelta dello spazio da concedergli e della forma da dargli, spetta alla ragione che è fatta di principi,  di norme e di valori etici,  e che tende ad annettere all’uno e all’altro dei confini precisi a garanzia del non confondere o valicare pena la perdita di una stabilità che l’eros al contrario tende a interrompere o infrangere. Limiti come sappiamo soggetti alle condizioni storiche culturali geografiche del momento e che assegnano confini precisi a seconda del dove e del quando, che si possono rispettare o ignorare o valicare , ma che mai  nascono dalla natura del sentimento amoroso o tanto meno dall’impulso sensuale , quanto dalla opportunità di fissare un Ordine. E tutti sappiamo quanto quest’ultimo sia debole, quanto facile sia lo slittamento o la contaminazione tra un territorio e l’altro.

Le esperienze di queste tre donne, molto simili pur nella loro diversità, mostrano il loro modo di vivere l’Eros e l’amicizia, di confrontarsi con il conflitto che tra essi si  può generare, di vivere o valicare le limitazioni e i divieti che dalla cultura circostante possono venire.   Nel polimorfico mondo greco, la complementarietà di Afrodite e di Eros trova naturale alloggio  nel tiaso saffico: ne è forza motrice, principio di vita, strumento conoscitivo . L’arte della seduzione  è necessariamente connesso alla attivazione di Eros.  Ciò non toglie che sia fonte di turbamenti , come i frammenti saffici tramandano. L’atmosfera saffica, del resto, è esperienza psicologica sempre presente nelle amicizie femminili, si riproduce naturalmente  nei “circoli” femminili, ogni qual volta le donne si contattano attraverso la propria natura femminile.  Sto pensando a tutte quelle situazioni dense contemporaneamente di attrazione erotica e di competizione, come nel film Memorie di una gheisha  ad esempio, o nel recente Caramel: la casa delle gheishe  e l’istituto di bellezza . Luoghi propri del cosmo  femminili, attraversati dalle  contrastanti  emozioni che in esso risiedono,  dove lo stare insieme è fonte di amicizia, come di rivalità,  di racconti, di complicità, di segretezza. Dove  l’erotismo naturalmente circola, gli dà materia, lo  sostanzia. Anche quando, più avanti, nell’epoca femminista le donne si riunivano nei gruppi di autocoscienza, con la finalità politica e sociale che conosciamo, era impossibile non rintracciarne la componente erotica, la libertà di potere essere lesbiche contro il dominio maschile del pene. La rivendicazione della propria libertà sessuale era intimamente connessa a tutti gli altri significati, gli dava potenza politica, energia trasformativi.
Se Saffo è stata spesso considerata la femminista ante litteram del mondo antico , le altre due sono l’una l’anticipazione dell’altra, unite dalla stessa energica affermazione della loro libertà di vivere le relazioni al di là delle categorie, degli scopi, dei limiti culturali imposti, degli stereotipi sociali: tre donne convinte della forza conoscitiva di Eros, al quale hanno dato spazio e libertà di esprimersi.

Bibliografia:

Saffo: Frammenti sparsi
Lou Andreas Salomè  : La materia erotica, Ed. Delle donne 
Anais Nin:   Diari, Einaudi

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