Ansia e attacchi di panico
Nella mia esperienza
ospedaliera, dove una vasta fetta di questa popolazione sofferente si rivolge
anche al Pronto Soccorso, questi disturbi provocano manifestazioni somatiche di
vario tipo: svenimenti, sudorazione, accelerazione del ritmo cardiaco, solo per
citare quelle più eclatanti. Molte altre manifestazioni sono meno visibili ma
non meno disturbanti e fonte di disagio. Mi riferisco a coliti nervose, insonnie,
blocchi motori, e molti disturbi ancora
che l’ansia ingigantisce e moltiplica contribuendo ad alimentare aspetti
ipocondriaci, difficoltà relazionali, scarsa concentrazione negli studi e al
lavoro.
Uno degli aspetti più
strettamente collegati all’ansia è il crescente desiderio di controllo che
nella società contemporanea viene sostenuto da tutta una serie di mezzi e strumenti
atti a monitorare continuamente le possibili “deviazioni” dalla normalità.
Parlo dell’uso quotidiano
dei cellulari, internet, social network, per arrivare alle sofisticate
possibilità delle tecnologie medicali che, se inappropriatamente utilizzate,
spingono il concetto di prevenzione
verso un disastroso rapporto con il proprio corpo, vissuto come luogo nemico e
fonte di insidie da scoprire. Riguardo ai primi (cellulari ecc.) è noto che ,
accanto all’ indubbia utilità e comodità del loro utilizzo, hanno nel contempo
esasperato l’idea della presenza assoluta e costante , disabituando alla
necessità di tollerare la separazione dall’altro e di non averne sempre il
controllo.
Questo accanimento , nelle
relazioni genitori figli e in generale in tutti i rapporti affettivi, ha senza dubbio esagerato le dinamiche di
dipendenza, relazioni conflittuali, paure di perdita, ecc.
Da questo quadro generale
che caratterizza la nostra società, vediamo meglio quali sono i sintomi dell’ansia
e degli attacchi di panico e come l’una può sfociare nell’altro, anche se non
necessariamente.
L’ansia
Le persone ansiose vivono
pertanto in una condizione di costante “minaccia”, sono dominati da pensieri
negativi, spesso accompagnati da fobie e paure di vario tipo.
Per la persona ansiosa ogni
esperienza viene vissuta come una prova verso cui ci si sente impreparati o
inadeguati o ritenuta al di là delle proprie possibilità. In determinate situazioni
l’ansia si può scatenare in vere e proprie crisi con sudorazione,
vampate, battiti cardiaci accelerati, sensazioni di oppressione e di peso al
petto.
Quando questi sintomi
superano una certa soglia di intensità, presentandosi tutti insieme come dei
veri e propri “attacchi”, la persona perde il controllo di sé stessa, della sua
mente e della situazione: questo è l’attacco di panico.
Attacchi di panico
Sudorazioni, vampate di
caldo o di freddo, sensazioni di soffocamento, tachicardie, dolori diffusi e difficoltà di respirazione , perdita di
controllo della situazione sono i sintomi che , tutti insieme, caratterizzano
gli attacchi di panico che spesso insorgono anche nelle personalità non
apparentemente ansiose ma, al contrario rigide, represse,poco disponibili al
cambiamento : oggi viene indicato come DAP (Disturbo da Attacco di Panico) ed è
in crescente aumento soprattutto tra i giovani e giovanissimi.
L’attacco di panico
genera una paura secondaria, quella dell’attacco stesso, e pertanto disturba il
normale svolgimento della vita per la paura che lo stesso possa ripresentarsi. La
comparsa dell’attacco di panico è improvviso e inaspettato, almeno la prima
volta. Esso è uno squarcio nella regolarità dell’individuo, qualcosa che lo
costringe a fermarsi. Chi è colpito da attacchi di panico vive nel terrore del
suo ripetersi (ansia anticipatoria) e pertanto evita tutte quelle situazioni
ritenute possibili fonte o occasione di simili esperienze. Nei giovani questo
porta a difficoltà scolastiche, ritardo nel superamento degli esami, timore di
affrontare le situazioni nuove o le relazioni sociali.
Le conseguenze possono
essere fobie di vario tipo ( paura di uscire, di stare soli o di stare nella
folla, viaggiare ecc): paure che non soltanto limitano fortemente la vita ma
alimentano un generale sentimento di frustrazione e di disistima che, se non
opportunamente trattato, può generare depressione e una sostanziale
deformazione nella percezione di sé.
Come intervenire?
L’ansia e gli attacchi di
panico vanno sempre considerati nel contesto della persona, della sua
esperienza di vita e del momento della loro insorgenza. Non esiste l’ansia in
sé, ma la persona che la vive, la sua personalità e i sintomi attraverso cui la
stessa si manifesta.
Prima di rivolgersi a
cure farmacologiche ( ansiolitici e psicofarmaci) è utile capire di che si
tratta attraverso un’indagine psicologica approfondita delle tematiche che la
sostengono, e di valutazione diagnostica
in modo da scegliere il percorso terapeutico più opportuno per la singola persona. L’ansia
non è uno stato da rimuovere ma da comprendere, un moto dell’anima che
racconta molte cose e che bisogna sapere ascoltare.
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