mercoledì 6 febbraio 2013

Il culto della giovinezza



La medicina anti-aging secondo la prospettiva psicologica

 



Ogni epoca storica è stata dominata da culti (religiosi, pagani, sociali) di varia natura e ogni epoca si è affidata alla protezione di un dio che la potesse sostenere, infondere coraggio e speranza, attuare miracoli. In nome di questi Dei ogni collettività ha elaborato riti e preghiere per assicurarsene la tutela ed  evitarne gli aspetti vendicativi che ogni dio possiede.

Con questa prospettiva di fondo, che appartiene alla psicologia archetipica, vorrei fare alcune considerazioni sugli dei che la società contemporanea, certamente politeistica per la sua complessità, ha eletto a proprio  nume tutelare: mi riferisco  alla “giovinezza” che insieme al denaro, al progresso, e all’immagine, sembrano aver cacciato dal nostro Olimpo contemporaneo la Vecchiaia, il Tempo, la Saggezza.

Se a questi aspetti della coscienza diamo il nome di Puer e di Senex,  archetipi che reggono il nostro sviluppo individuale e collettivo, ci rendiamo conto come e quanto gli stessi siano oggi in un rapporto di squilibrio e di antitesi, talora anche paradossale.

In realtà l’archetipo Puer / Senex  è come l’immagine ambigua dei vasi comunicanti (ora profili/ora coppe) : entrambi sono dimensioni dell’essere sempre presenti al di là della età anagrafica perché fanno riferimento ad aspetti del Sé eternamente compresenti. L’anima (la psiche) non è né giovane né vecchia – scrive J.Hillman – o meglio è entrambe le cose. Il puer o bambino, o giovane, Peter Pan per intenderci, è quell’atteggiamento della coscienza orientata  al futuro, all’entusiasmo, all’avventura e alla scoperta, alle possibilità di inseguire ideali e sogni.  Al contrario il Senex  rivela l’atteggiamento opposto: la stabilità, il tempo, la conoscenza e la memoria. In altre parole la saggezza dell’esperienza. La polarità dell’archetipo considerata come  il doppio aspetto di un’unica gestalt, continuo gioco tra queste due forme e forze, sostanzia la dialettica dell’evoluzione, dello sviluppo e della trasformazione, sia individuale che collettiva. E’ quando si radicalizza una posizione, scindendo l’una dall’altra che si evidenzia uno squilibrio generale dell’insieme, da ogni punto di vista.

In questo senso l’Uomo contemporaneo sembra dominato da un atteggiamento  Puer aeternus che pretende il continuo cambiamento, la velocità, la scoperta, adorando cioè tutti gli aspetti del  senza tempo , del sempre giovane, a scapito della conservazione, del Tempo e della Storia di cui il Senex è il rappresentante simbolico. L’avere scelto come proprio dio il giovane , con tutte le sue caratteristiche, in modo scisso e poco dialettico con il suo opposto polare il vecchio (che beninteso è fortemente presente) , conduce a tutta una serie di conseguenze in ogni campo: dalla medicina, alla politica, dall’etica alla economia, nell’individuo come nella società. Sostenere l’etica del sempre giovane comporta infatti un rifiuto della morte, dell’esperienza, e della riflessione  e , in definitiva,  della necessità di accettare i cambiamenti: aspetto senz’altro noto nella  società che viviamo.

Con questa premessa di carattere generale vorrei soffermarmi sulla importanza che questo archetipo ricopre nella visione dell’uomo di oggi,  proteso com’è , grazie anche alle grandi possibilità che la scienza e che la medicina gli offre,  a inseguire il mito dell’eterna giovinezza attraverso le promesse della  tecnologia estetica, la chirurgia e la microchirurgia plastica , rincorrendo un  modello estetico che nella giovinezza trova la massima espressione di Bellezza e con essa di successo,  potere e prestigio. Questo inseguimento è dannoso in quanto non riconosce l’importanza di aderire ai limiti , aspetto questo del Senex, andando incontro ad una ricerca illusoria e spesso molto frustrante nei suoi effetti: nel mondo del Puer tutto è possibile, tutto è dovuto.  Esso è mosso da un’ingordigia primordiale di raggiungere il suo desiderio, una richiesta costante di avere di più, sempre di più. L’adattamento al tempo che passa, l’inevitabile trasformazione del proprio corpo e del proprio aspetto non è tollerato dall’uomo di oggi, che crede di potere rimanere giovane attraverso l’imitazione di chi era . In questa opposizione alla trasformazione, in questa non accettazione dell’evidenza,   paradossalmente si esprime un carattere Senex, rigido e ostinato, poco duttile e non adattabile.
Una psicologia antiaging non può che partire da queste premesse per agire su  questa linea di pensiero densa di dannoso “attaccamento”: atteggiamento che come sappiamo impera su molti aspetti della vita attuale e che non consente l’elasticità, il ri-adattamento, il ricambio  ( aspetti del puer)  e in definitiva  il cambiamento. Chi decide di curare la propria forma fisica, ricorrendo a strumenti che  alterano i propri lineamenti, togliendo alla bellezza naturale la propria individualità, non si rende conto che non insegue la giovinezza , ma il fantasma della giovinezza  del quale diventa simulacro e  spesso caricatura. Lascio  a chi mi legge le associazioni con personaggi noti e meno noti, per dire che questo accanirsi sul corpo che inevitabilmente si modifica con l’invecchiamento,  mortificando gli aspetti senex della propria personalità,  dando poco spazio al senso critico di cui quest’ultimo è portatore, non significa restare giovani, ma invecchiare in un corpo plastificato, artificiosamente manipolato. Con questo non voglio disprezzare un equilibrato ricorso ai tanti mezzi capaci di migliorare il nostro aspetto estetico, mantenendo il proprio stile e le proprie caratteristiche, seguendo la moda e l’evoluzione dei costumi. Ritengo però indispensabile metterlo d’accordo con l’età attuale  che,  al di là dell’aspetto esteriore,  può essere altrettanto densa di  bellezza e di fascino di quanto lo sia stata negli anni precedenti. Accettare la trasformazione, accettare la sfida del tempo rimanendo vigili, carichi di entusiasmo e di curiosità, evitare di dire “non più”, ma semmai “non più così” consente a qualunque età di stare bene nel proprio corpo,  ponendo la giusta attenzione  alla propria salute,  integrando in un tutto armonico la doppia faccia dell’archetipo e trovando il Bello di ogni fase della  vita. Rimanere giovani, pertanto, significa mantenere integra la propria energia vitale, adeguandosi  criticamente allo spirito del tempo,  evitando di cadere nella nostalgia del passato e nel lutto della “perdita” . Vorrei richiamare  una delle tante immagini del Senex : il vecchio perverso che insegue i fanciulli.  Immagine che presenzia questi  frequenti aspetti di accanimento e di imitazione di comportamenti giovanili, spesso confusiva e talora grottesca.  Mantenere un sano rapporto dialettico tra le  parti,  coltivare l’umorismo e la capacità di sdrammatizzare, accogliendo le nostre rughe come segni della nostra esperienza, e curando con leggerezza  le nostre infermità come espressioni del  nostro senex ,  aiutandolo  a ritrovare fiducia e speranza, può contribuire a farli vivere e sognare insieme.

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