Ogni epoca storica è stata
dominata da culti (religiosi, pagani, sociali) di varia natura e ogni epoca si
è affidata alla protezione di un dio che la potesse sostenere, infondere
coraggio e speranza, attuare miracoli. In nome di questi Dei ogni collettività
ha elaborato riti e preghiere per assicurarsene la tutela ed evitarne gli aspetti vendicativi che ogni dio
possiede.
Con questa prospettiva di fondo,
che appartiene alla psicologia archetipica, vorrei fare alcune considerazioni
sugli dei che la società contemporanea, certamente politeistica per la sua
complessità, ha eletto a proprio nume
tutelare: mi riferisco alla “giovinezza”
che insieme al denaro, al progresso, e all’immagine, sembrano aver cacciato dal
nostro Olimpo contemporaneo la Vecchiaia, il Tempo, la Saggezza.
Se a questi aspetti della
coscienza diamo il nome di Puer e di Senex, archetipi che reggono il nostro sviluppo
individuale e collettivo, ci rendiamo conto come e quanto gli stessi siano oggi
in un rapporto di squilibrio e di antitesi, talora anche paradossale.
In realtà l’archetipo Puer / Senex è come l’immagine ambigua dei vasi
comunicanti (ora profili/ora coppe) : entrambi sono dimensioni dell’essere
sempre presenti al di là della età anagrafica perché fanno riferimento ad
aspetti del Sé eternamente compresenti. L’anima
(la psiche) non è né giovane né
vecchia – scrive J.Hillman – o meglio
è entrambe le cose. Il puer o bambino, o giovane, Peter Pan per intenderci,
è quell’atteggiamento della coscienza orientata al futuro, all’entusiasmo, all’avventura e
alla scoperta, alle possibilità di inseguire ideali e sogni. Al contrario il Senex rivela l’atteggiamento opposto: la stabilità,
il tempo, la conoscenza e la memoria. In altre parole la saggezza
dell’esperienza. La polarità dell’archetipo considerata come il doppio aspetto di un’unica gestalt,
continuo gioco tra queste due forme e forze, sostanzia la dialettica
dell’evoluzione, dello sviluppo e della trasformazione, sia individuale che
collettiva. E’ quando si radicalizza una posizione, scindendo l’una dall’altra
che si evidenzia uno squilibrio generale dell’insieme, da ogni punto di vista.
In questo senso l’Uomo
contemporaneo sembra dominato da un atteggiamento Puer
aeternus che pretende il continuo cambiamento, la velocità, la scoperta,
adorando cioè tutti gli aspetti del senza tempo , del sempre giovane, a scapito della conservazione, del Tempo e della
Storia di cui il Senex è il rappresentante simbolico. L’avere scelto come proprio
dio il giovane , con tutte le sue
caratteristiche, in modo scisso e poco dialettico con il suo opposto polare il vecchio (che beninteso è fortemente
presente) , conduce a tutta una serie di conseguenze in ogni campo: dalla
medicina, alla politica, dall’etica alla economia, nell’individuo come nella
società. Sostenere l’etica del sempre giovane comporta infatti un rifiuto della
morte, dell’esperienza, e della riflessione
e , in definitiva, della
necessità di accettare i cambiamenti: aspetto senz’altro noto nella società che viviamo.
Con questa premessa di
carattere generale vorrei soffermarmi sulla importanza che questo archetipo
ricopre nella visione dell’uomo di oggi, proteso com’è , grazie anche alle grandi
possibilità che la scienza e che la medicina gli offre, a inseguire il mito dell’eterna giovinezza attraverso le promesse della tecnologia estetica, la chirurgia e la
microchirurgia plastica , rincorrendo un
modello estetico che nella giovinezza trova la massima espressione di
Bellezza e con essa di successo, potere
e prestigio. Questo inseguimento è dannoso in quanto non riconosce l’importanza
di aderire ai limiti , aspetto questo del Senex, andando incontro ad una
ricerca illusoria e spesso molto frustrante nei suoi effetti: nel mondo del
Puer tutto è possibile, tutto è dovuto. Esso è mosso da un’ingordigia primordiale di
raggiungere il suo desiderio, una richiesta costante di avere di più, sempre di
più. L’adattamento al tempo che passa, l’inevitabile trasformazione del proprio
corpo e del proprio aspetto non è tollerato dall’uomo di oggi, che crede di
potere rimanere giovane attraverso l’imitazione di chi era . In questa
opposizione alla trasformazione, in questa non accettazione dell’evidenza, paradossalmente si esprime un carattere Senex, rigido e ostinato, poco duttile e
non adattabile.
Una psicologia antiaging non può che partire da queste premesse per
agire su questa linea di pensiero densa
di dannoso “attaccamento”: atteggiamento che come sappiamo impera su molti
aspetti della vita attuale e che non consente l’elasticità, il ri-adattamento,
il ricambio ( aspetti del puer) e in definitiva il cambiamento. Chi decide di curare la
propria forma fisica, ricorrendo a strumenti che alterano i propri lineamenti, togliendo alla bellezza
naturale la propria individualità, non si rende conto che non insegue la
giovinezza , ma il fantasma della giovinezza
del quale diventa simulacro e spesso caricatura. Lascio a chi mi legge le associazioni con personaggi
noti e meno noti, per dire che questo accanirsi sul corpo che inevitabilmente
si modifica con l’invecchiamento,
mortificando gli aspetti senex
della propria personalità, dando poco
spazio al senso critico di cui quest’ultimo è portatore, non significa restare
giovani, ma invecchiare in un corpo plastificato, artificiosamente manipolato.
Con questo non voglio disprezzare un equilibrato ricorso ai tanti mezzi capaci
di migliorare il nostro aspetto estetico, mantenendo il proprio stile e le
proprie caratteristiche, seguendo la moda e l’evoluzione dei costumi. Ritengo
però indispensabile metterlo d’accordo con l’età attuale che, al
di là dell’aspetto esteriore, può essere
altrettanto densa di bellezza e di
fascino di quanto lo sia stata negli anni precedenti. Accettare la
trasformazione, accettare la sfida del tempo rimanendo vigili, carichi di
entusiasmo e di curiosità, evitare di dire “non più”, ma semmai “non più
così” consente a qualunque età di stare bene nel proprio corpo, ponendo la giusta attenzione alla propria salute, integrando in un tutto armonico la doppia
faccia dell’archetipo e trovando il Bello di ogni fase della vita. Rimanere giovani, pertanto, significa
mantenere integra la propria energia vitale, adeguandosi criticamente allo spirito del tempo, evitando di cadere nella nostalgia del
passato e nel lutto della “perdita” .
Vorrei richiamare una delle tante
immagini del Senex : il vecchio perverso
che insegue i fanciulli. Immagine che
presenzia questi frequenti aspetti di
accanimento e di imitazione di comportamenti giovanili, spesso confusiva e
talora grottesca. Mantenere un sano
rapporto dialettico tra le parti, coltivare l’umorismo e la capacità di
sdrammatizzare, accogliendo le nostre rughe come segni della nostra esperienza,
e curando con leggerezza le nostre infermità
come espressioni del nostro senex , aiutandolo
a ritrovare fiducia e speranza, può contribuire a farli vivere e sognare
insieme.
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