Nella nevrosi fobico ossessiva c’e’ una frattura tra
la coscienza dell’IO e le pulsioni istintive o, in
altri termini, tra i divieti imposti dalla coscienza morale e il desiderio
ritenuto con quest’ultima incompatibile e pertanto censurato, represso, allontanato,
tranne a tornare in forma mascherata e irriconoscibile nel sintomo.
I sintomi infatti non sono altro che il derivato
simbolico del desiderio inconscio che il soggetto tiene a bada attraverso i
suoi rituali. IL sintomo ossessivo esprime sia la
pulsione, sia la difesa da essa, ma in modo che non sia riconoscibile e quindi non pensabile.
Voglio parlare a tale proposito del caso
di una paziente che ho in terapia e della sua rupofobia , ossia fobia
dello sporco e della contaminazione. La chiamero’ Chiara, nome che mi viene in
mente mentre scrivo , riconducendomi alla fantasia di purezza che sta alla base
del suo comportamento e dei suoi rituali per contenere la propria ansia e la propria
angoscia derivante dai suoi desideri inconfessabili.
Chiara e’ una giovane donna di 43 anni,
anche se ne dimostra una decina in meno per la semplicita’ con cui si presenta:
niente trucco, ad eccezione del rossetto rosso alle labbra, capelli scuri
ordinatamente tenuti indietro dal cerchietto, pantaloni e pullover sempre
piuttosto anonimi.
Sposata ad un giovane avvocato, anch’essa laureata in
giurisprudenza, educata secondo rigidi principi morali sia in casa che a
scuola, conserva la sua verginita’ fino al matrimonio. Tutto sembra funzionare,
pur senza grandi entusiasmi dal punto di vista sessuale, con rapporti protetti e moderati, fino alla
decisione di avere un figlio e , quindi, rinunziando alla protezione. E’ in quel momento che nella vita intima di Chiara
qualcosa di disturbante ( o dovrei dire perturbante) si insinua in profondita’
nella sua mente . Il contatto con il liquido seminale e’ un incontro poco
felice per Chiara , se non addirittura schifoso,
contribuendo a ridurre ulteriormente il rapporto sessuale. Tuttavia la donna
porta a termine la gravidanza in modo apparentemente accettabile fino al parto
che , al contrario, sara’ un’esperienza disastrosa con gravi conseguenze sul
proprio equilibrio fisico e psichico. Superata la fase della nascita e del
puerperio, segnata dalla depressione e dalla impossibilita’ di allattare la
bimba che era nata, Chiara inizia ad essere ossessionata dall’idea dello sporco
e dal terrore che , dall’esterno,
possano introdursi nella propria casa ogni genere di batteri e germi. Contemporaneamente
sospende completamente i rapporti sessuali. La battaglia con questo popolo di
invisibili nemici inizia quando torna a casa dopo essere stata fuori, dove la
propria ansia e’ come “sospesa” e in ogni caso non interferisce con i propri
compiti lavorativi e sociali. Tra le mura domestiche invece Chiara non puo’
impedirsi una estenuante forma di purificazione
di tutto quanto possa essere stato contaminato dal contatto con gli altri,
perdendo in questi rituali igienizzanti gran parte della propria vita familiare
e costringendo il marito e la bambina a sottostare alle proprie regole.,
restringendo il tempo da dedicare loro. Senza ulteriormente addentrarmi nel
caso clinico di questa donna, tuttora in corso e molto complesso dal punto di vista sia
simbolico che relazionale, mi preme sottolineare come il sintomo fobico e la
coazione a ripetere sembra essere una metafora della necessita’ di respingere ed annullare ogni forma di
contatto con l’Altro, soprattutto di natura sessuale , e pertanto una strenua
difesa sia del contatto stesso che delle
sue conseguenze (la gravidanza, come principio trasformativo). Pur emergendo in vario modo la curiosita’
sessuale, il desiderio e la spinta a liberarsi , Chiara ha sospinto indietro
ogni forma di sensualita’ o di seduttivita’, confinando la propria femminilita’
ai margini di una vita noiosa, pesante, soffocante che odia, reiterando
un’immagine di se’ stessa sclerotizzata e priva di alcuna creativita’. La sua
aggressivita’, anch’essa respinta e repressa in quanto non accettabile per la
sua buona educazione , rappresenta
insieme alla pulsione sessuale motivo di profondi sensi di colpa e pertanto di
ulteriore accanimento. La castrazione
del proprio desiderio inaccettabile, se pure inconsciamente presente, determina
un conflitto dolorosissimo tale da spingerla alla distruttivita’ e quindi al
desiderio di morte come risoluzione estrema di un dilemma insopportabile.
Chiara e’ una donna molto intelligente e capace di comprendere in modo
razionale l’origine del proprio problema, ma e’ incapace di sottrarsi al rigido
controllo che la sua sfera cosciente ha edificato intorno alla possibilita’ che
le proprie pulsioni emergano e trovino una via di realizzazione, che pure
desidera fortemente. Inoltre , la consapevolezza di stare cosi’ distruggendo la
propria vita , insieme a quella del proprio compagno e della propria bambina,
la condanna ad ulteriori gravosissimi sensi di colpa.
La descrizione di questo caso e’ esplicativa del
conflitto che sottosta al sintomo nevrotico, la cui comprensione non basta per
il suo superamento se non e’ accompagnata dalla elaborazione dei contenuti affettivi
che in esso sono rappresentati. L’analisi dei sogni, delle fantasie, e delle
esperienze remote della propria vita trovano nel contesto psicoterapeutico un
nuovo canovaccio entro cui puo’ nascere una identita’ piu’ libera, indebolendo
la necessita’ di ricorrere alla
ossessiva ripetizione dello
stesso copione. E’ un lavoro lungo e faticoso, l’unico possibile per dare forma
ad una dimensione piu’ adeguata e piu’ vicina al vero se’, entro cui il sintomo
puo’ ridimensionarsi se non proprio sparire del tutto.
E’ il cammino che ha appena iniziato Chiara e che il
seguente sogno sembra bene riassumere:
“Sono davanti
al mare, calmo e chiaro. Accetto di scendere in acqua dietro l’invito di un
giovane bello e bruno che non e’esattamente il mio ideale di uomo, ma che
riconosco come molto attraente. La scala per scendere e’ piuttosto ripida e
stretta, tuttavia la percorro e mi bagno. Ora sono sola e vedo un enorme
scoglio da dovere superare, dietro il quale si apre una grande baia dorata.”
Forse Chiara, consentendosi di non censurare questo
sogno, ha gia’ fatto un piccolo passo in direzione della sua parte piu’
profonda concedendosi , almeno in forma
onirica, di contattare il suo desiderio.
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